Carnia, terra di confine. E anche questa pagina a volte sconfina in altri luoghi, veri o metaforici

Carnia

Perchè visitare la Carnia?

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Per il verde

Chi di verde si veste, di sua beltà si fida, recita il vecchio adagio, ed evidentemente, la Carnia si fida molto della sua bellezza: qui il verde domina incontrastato sugli altri colori, come a Forks, la cittadina abitata dai famosi vampiri di Twilight.

Sulla presenza di affascinanti vampiri buoni non possiamo garantire, ma chissà, tra una fronda e l’altra o in riva a un torrente potreste incontrare uno sbilf, uno dei tanti folletti dispettosi che vivono da queste parti, o un’agana, una  creatura fatata che abita i luoghi umidi delle nostre vallate.

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Visuale dalla Panoramica delle Vette, una strada  quasi completamente asfaltata e percorribile a piedi, in bicicletta o per i meno sportivi anche in auto o moto, che si snoda per 35 km in alta quota da Ravascletto a Tualis di Comeglians, offrendo panorami mozzafiato sulle montagne e vallate circostanti.

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Verde a perdita d’occhio, aria pura e frizzante, giochi all’aria aperta e prati in cui rotolarsi tra i fiori. E quando viene fame… una sosta in una malga per uno spuntino salutare, biologico e a km 0. Cosa chiedere di più?

Monte Zoncolan, tappa di vari Giri d’Italia e bellissima bimba in costume carnico

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Vista sul Monte Sernio dal Monte Dimon

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Verzegnis

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Se guardate con attenzione, tra le foglie si nasconde uno sbilf. Ma solo i puri di cuore riescono a vederlo…

Per la gastronomia 

In Carnia si mangia benissimo, e i prodotti tipici da acquistare o gustare nei ristoranti sono molti e vari: presto dedicheremo una pagina alle sole ricette, ma nel frattempo indichiamo velocemente alcuni tra i piatti tipici più gustosi,

I cjarsons, ravioli di pasta di patate o di semplice acqua e farina, con ripieno dolce o salato. I cjarsons sono un po’ la metafora dell’individualismo e della ingegnosa laboriosità del carnico: non esiste infatti un’unica ricetta, ma variano non solo di vallata in vallata, ma addirittura di famiglia in famiglia, e ognuna giura che solo la sua è l’originale. Ad ogni modo, i cjarsons dolci di solito contengono pere, biscotti secchi, noci, cannella, uvetta, cioccolato, scorza di limone, marmellata di prugne e vengono conditi con burro fuso, meglio se di malga, ricotta affumicata, biscotti tritati insieme a cannella e un po’ di zucchero. Quelli salati hanno un ripieno di erbe spontanee miste, uvetta, cipolla, formaggi di malga.

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Il frico di patate: il frico, accompagnato da una fumante polenta, preferibilmente cotta sul fuoco dello spolert, è il piatto friulano e carnico per eccellenza. E’ una specie di tortino di patate e formaggio, fatto dorare su entrambi i lati finchè si forma una crosticina croccante e saporita. Ci sono due varianti di frico: con la cipolla o senza.

C’è poi un altro piatto chiamato sempre frico, ma senza patate: si tratta di un mix di formaggi di varia stagionatura, grattugiati e poi fritti in olio bollente finché si dorano e formano un insieme molto friabile, che poi viene servito accompagnato dalla polenta calda. Più si sbriciola, più è buono!

Gnocs di cavoce: gnocchi di zucca. Conditi con burro fuso, salvia e ricotta di malga affumicata o con burro fuso, zucchero e cannella

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Tocj in braide: del formaggio di malga, caprino e ricotta fresca vengono sciolti nel latte bollente fino a diventare cremosi. La crema di formaggi viene poi versata su una polentina morbida e arricchita con salsiccia (facoltativa) e la morcje: burro fuso nel quale viene fatta dorare una manciata di farina di mais.

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Tocj in braide con salsiccia e frico di patate morbido sulla sinistra

In Carnia si possono inoltre acquistare e gustare erbe spontanee, il peperoncino Carnia, i fagioli della Val Pesarina, frutta autoctona di varietà antiche, le trote di Sutrio, ottimi mieli, distillati, infusi, formaggi, il prosciutto di Sauris, la birra artigianale, biscotti e molto altro ancora… E’ un vero paradiso per gusto e olfatto!

Per la tranquillità

La Carnia è pace, lentezza, tranquillità…

Non ci sono traffico, criminalità, frenesia. Una passeggiata nel bosco, lungo un sentiero di montagna o in riva a un lago è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi: il rumore dell’acqua che scorre in un torrente o si muove lenta nel lago, l’aria fresca che accarezza la pelle, il sussurrare del vento tra le fronde degli alberi, il cinguettìo degli uccelli o la fuga improvvisa di un animale al nostro passaggio. Il sapore di un frutto di bosco appena colto o di una foglia di menta che lascia a lungo il suo gusto fresco in bocca e il profumo del bosco al mattino, che sa di terra bagnata di rugiada, aghi di pino, germogli e foglie che si decompongono tornando alla terra, resina, funghi e sole… non si può descrivere, bisogna solo provarlo.

Se volete ricaricarvi, rilassarvi o semplicemente concedervi un fine settimana da soli o con la persona amata per coccolarvi e disintossicarvi dallo stress… beh, uno dei nostri alberghi, in mezzo al verde e con la possibilità di accedere alle Terme di Arta, famose fin dall’epoca romana per le proprietà dell’acqua termale (Info: www.termediarta.it ) è quello di cui avete bisogno!

Per scoprire la nostra storia e cultura

In Carnia si possono visitare più di venti musei, collezioni private e varie mostre permanenti e temporanee, tra le quali l’ormai famosa mostra di arte sacra che ogni anno si tiene a Illegio, piccola frazione di Tolmezzo. Imperdibile una visita al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo, uno dei maggiori musei etnografici di tutto l’arco alpino, o al museo archeologico di Zuglio, l’antica Iulium Carnicum, dove si possono ammirare vari reperti di epoca romana. Info: www.carniamusei.org; www.illegio.it

Per il turismo religioso

Chiese, chiesette, ancone votive, santuari, pievi… ogni paese della Carnia, dal più piccolo al più grande, ci parla di una tuttora viva e sentita religiosità.

Sia che siate credenti, o che semplicemente vogliate scoprire la storia e le opere d’arte custodite nelle varie pievi della Carnia, vi consigliamo di percorrere il Cammino delle Pievi: un percorso che si snoda lungo venti tappe e può essere intrapreso nel suo insieme oppure scegliendo una o più delle sue tappe.

Le Pievi, costruite in posizione strategica su colli e alture in modo da potersi scambiare segnali luminosi da una all’altra in caso di pericolo, vennero edificate a guardia dei villaggi sottostanti, che rappresentavano e governavano, non solo nella vita spirituale, ma anche in quella pratica di ogni giorno.

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Interno della pieve matrice di San Pietro a Zuglio. Nei pressi della Pieve si trova la Polse di Cougnes (polse in friulano significa riposo, sosta), sede di un centro ecumenico, un osservatorio astronomico, scuola di pittura di icone, biblioteca e infine del Giardino dei Semplici, un orto botanico dove vengono coltivate oltre a fini di studio oltre mille specie di piante, da quelle curative e officinali a quelle velenose.

Info: www.camminodellepievi.it

Per i nostri smeraldi e zaffiri: i laghi e laghetti alpini

La Carnia è ricca di boschi e acqua: percorsa dal Tagliamento, il più importante fiume del Friuli Venezia Giulia e dai suoi vari affluenti, che la dividono in sette vallate, è tempestata di laghetti alpini di rara bellezza e tre laghi maggiori: quello di Cavazzo o dei Tre Comuni, il più grande lago naturale di tutta la Regione, e quelli artificiali di Verzegnis e Sauris.

Il lago di Cavazzo in estate è la meta ideale per gli amanti del relax all’aria aperta: sulle sue rive ci sono due campeggi, aree riservate ai pic nic con barbecue in muratura, un parco giochi per bambini, un percorso tabellato in cui vengono descritte la flora e la fauna autoctone, noleggio pedalò e una scuola di vela.

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Lago di Cavazzo

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Lago di Sauris. Nel blu dipinto di blu

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Laghetto Dimon

Per l’artigianato tipico (è quasi Natale…)

La Carnia, grazie alla ricchezza di boschi, è da sempre la patria dei falegnami, la cui maestria nel tempo ha raggiunto livelli altissimi. Il capoluogo Tolmezzo può vantare una bottega artigiana nella quale opera uno dei rari liutai della Regione: Gilberto Rossitti, che oltre a costruire e riparare violini, li suona lui stesso con bravura, passione e amore.

Ma non abbiamo solo falegnami: in Carnia lavorano con passione e tenacia fabbri, ceramisti, scultori, orefici, tessitori, vetrai, orologiai… ce n’è per tutti i gusti e ogni esigenza!

Info: www.artigianato-carnia.it; www.fratellirossitti.com 

Per immergersi in un’atmosfera da fiaba in un borgo incantato

La Carnia conta 28 comuni, ognuno dei quali ha svariati motivi per essere visitato, più e più volte. Oggi però vi presenteremo solo due di questi paesi: Sauris e Pesariis.

In futuro ne parleremo ancora, perché c’è così tanto da dire e mostrare che non si può certo risolvere con un piccolo accenno. Stay tuned!

Sauris, Zahre nel dialetto locale, è il paese più alto della Regione e un villaggio incantato affacciato su un verdissimo lago e abbracciato da pascoli, boschi e montagne. A Sauris non si parla carnico, ma un dialetto alto-tedesco: i primi abitanti, infatti, giunsero  qui da qualche valle a confine tra la Carinzia e il Tirolo attorno alla metà del 1200. Per la posizione isolata dal resto della Carnia, Sauris è rimasto sempre un'”isola”, fortemente legata alle sue origini e alle sue tradizioni. Un esempio che colpisce subito l’occhio del visitatore è l’architettura tipica, con case costruite in legno e pietra, mentre interessante e caratteristico è l’antico rituale del carnevale: ogni famiglia saurana custodisce gelosamente la sua maschera di legno, spesso costruita con le proprie mani da un antenato. A Carnevale, le maschere, suddivise in belle (scheana schembln) e brutte (schentana schembln), col viso coperto da una maschera o semplicemente annerito dalla fuliggine, indossano vecchi abiti e copricapi decorati con fiori di carta e nastri colorati. Tra queste maschere spiccano il Rölar ed il Kheirar, le figure più importanti del carnevale saurano.  Il Rölar, col suo cinturone al quale sono appesi rumorosi campanacci, richiama le maschere, che si radunano in un punto preciso e poi percorrono le vie del paese, seguendo il Kheirar e i suonatori. Info: www.sauris.org

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La Val Pesarina, detta anche la Valle del tempo per la sua produzione di orologi da torre che risale al 1700, offre ai visitatori un incantevole scenario naturale all’ombra delle Dolomiti Pesarine, con la possibilità di effettuare escursioni d’estate e praticare lo sci di fondo e d’alpinismo d’inverno. la Val pesarina non offre però solo panorami bucolici e sport: a Pesariis ci sono ben quattro musei: il percorso dell’orologeria monumentale, all’aperto per le vie del paese; il museo dell’orologeria pesarina; il piccolo museo della fotografia e cinematografia e Casa Bruseschi, un piccolo gioiello per gli amanti delle storia e dell’etnografia carnica. Info: www.prolocovalpesarina.it

Per fare sport

Durante la bella stagione in Carnia si può praticare l’equitazione, il ciclismo, la vela, il parapendio, il canyoning, o dedicarsi ad escursioni in mountain bike o a piedi tra boschi millenari e radure fiorite, alla scoperta di malghe, rifugi, laghetti alpini e una natura ricca di erbe officinali, orchidee selvatiche e timidi animali come caprioli, cervi, stambecchi, marmotte, aquile e perfino qualche rarissimo orso bruno. E d’inverno la Carnia è sinonimo di sci: discesa, fondo e d’alpinismo. E chi non sa o non vuole sciare, può mettersi le ciaspole ai piedi e godersi così i sentieri innevati e l’atmosfera ovattata della montagna ricoperta di neve. Non c’è che l’imbarazzo della scelta!

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Giuseppe alla conquista del Monte Tamai

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L’aquila reale. Coccodrilli, orango tanghi e liocorni invece per ora niente… ma non si sa mai

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