Dopo le ricette del frico di cipolle e del frico di mele, concludiamo la trilogia ‘fricosa’ con il re della tavola carnica e friulana: il frico di patate.
Esistono diverse scuole di pensiero per il frico, io vi posto la ricetta che ho imparato da mia mamma e mia nonna, entrambe carniche.
Ingredienti per 4 persone (un po’ abbondante: ho due figli adolescenti e un marito che adora il frico… se vi avanza potete mangiarlo riscaldato il giorno dopo, il gusto non ne perderà, anzi!)
- 7-8 patate di misura media (circa 500gr)
- 150 gr di formaggio di malga (o Montasio) di 3 mesi
- 150 gr di formaggio di malga (o Montasio) di 6 mesi
- 1 cipolla
- olio q.b.
- sale, pepe
Tempo: un’ora e mezza circa
Affettate sottilmente la cipolla e fatela imbiondire in una padella antiaderente con un po’ di olio di oliva, avendo cura che non prenda colore
Aggiungete le patate tagliate a fettine sottili, e cuocete a fuoco molto basso, mescolando continuamente perché non attacchino. Regolate di sale e – facoltativo – pepe. Non salate troppo perché il formaggio sarà già molto saporito.
Quando le patate saranno ben cotte, tanto da spappolarsi quando le mescolate, aggiungete il formaggio tagliato sottile
Mescolate bene per amalgamare patate e formaggio
Quando il frico avrà fatto la crosticina sotto, giratelo aiutandovi con un’altra padella di diametro uguale o maggiore o con un coperchio. Eseguite questa operazione sul lavello per evitare di sporcare tutto il piano cottura di grasso. (A questo punto io scolo il grasso in eccesso e anche tampono il frico con carta assorbente, perché altrimenti mio marito, che ama fare la scarpetta a tutti gli intingoli e si sta avvicinando alla cinquantina, rischia l’infarto da ipercolesterolemia. Poi lui si lamenta che il frico non ha abbastanza grasso, e io gli dico candidamente che purtroppo non ci sono più i formaggi di una volta.. Se voi preferite, lasciate pure l’unto, ma mi raccomando: non fate la spia!)
Fate fare la crosticina su entrambi i lati e servitelo con una polenta fumante.
Ah, mi raccomando: niente besciamella, altrimenti… che pasticcio!
Curiosità: le più antiche ricette di frico di cui siamo a conoscenza risalgono alla metà del XV secolo (e pertanto non prevedono l’utilizzo di patate, importate dall’America a partire dal secolo seguente) ma solo di striscioline di formaggio fatto arrostire nel burro o strutto e insaporito poi con zucchero e cannella o zenzero. Le ricetta sono del Maestro Martino, cuoco del Camerlengo di S.R. Chiesa Lodovico Trevisan che fu Patriarca di Aquileia dal 1439 al 1465. Anche il mais era ancora sconosciuto, pertanto questo frico si mangiava col pane.
Il frico di patate, più o meno come lo conosciamo noi, con o senza cipolla, o con l’aggiunta di pancetta, porri o anche rosmarino, era il cibo sostanzioso che i menaus, i boscaioli, si portavano nel bosco. Tradizione vuole che, mentre cuoceva la polenta sul fuoco in qualche stavolo di montagna, avendo poco tempo, il menau polentaio dicesse “cuete o crude, il fûc al a iodude” (cotta o cruda, il fuoco l’ha vista). Un’altra versione racconta che una donna carnica, costretta ad uscire di casa all’alba per lavorare nei campi, lasciasse sullo spolert una padella (fresorie) con patate lesse e formaggio, nella speranza di trovare la pietanza ancora tiepida al ritorno. Quando tornò a casa, scoprì che il formaggio si era sciolto sulle patate, sposandosi divinamente con esse in un gustoso e saporito… frico.
olgited
evviva il vero frico carnico!
vienincarnia
Grazie Olgica! In Carnia so che c’è chi lo fa aggiungendo pancetta o rosmarino. Mia mamma, che è una cuoca super, mi ha insegnato questa ricetta, anche se lei non dà dosi, perché fa tutto a occhio…
olgited
no salvia e rosmarino…
vienincarnia
Nemmeno a me piace con queste aggiunte… poi sa di patate al forno
olgited
verissimo
Emma
La mia cosuocerà che è di Pesariis li fa proprio così, che bontà, ma io che sono piemontese non dono mai riuscita a farlo, una rabbia che non vi dico ma ora ci riprovo con questa ricetta ben dettagliata, GRAZIE!
vienincarnia
Grazie a lei! Ci faccia sapere com’è venuto!
E… buon Natale! 🤗
Renato
Ancje io lu fas tal e qual a chest, i soi di Vencon, Mandi.
Agnule
Ricetta perfetta, mia suocera, friulana doc, a fine cottura ci mette sopra un uovo (io preferisco senza….)
Guido Cedolini
Mangiato proprio ieri , fatto da mia mamma di Rigolato , papà era di Chialina .
Saluti da Livorno
Mi sto pian piano leggendo queste belle storie, piacevoli e curiose .
Mandi
Katia Zamolo
Grazie per la ricetta. Ogni tanto, soprattutto quando arrivano i primi freddi, mi torna la voglia di ritrovare i sapori di quando ero bambina…. ma ogni volta che ci provo il risultato è diverso, ovviamente mai abbastanza buono come quello cotto sulla stufa a legna che mia cugina ha ancora in cucina. Mio papà è di Moggio Udinese.
marina
anche il mio papa’ e’ di Moggio Udinese !!!!
Sabrina
E già…io lo ho mangiato per la prima volta a Gracco a Rigolato a casa della Mariucci…..lei ci metteva un pochino di pancetta e così lo faccio anche io….il suo era molto meglio …fatto sullo spolert….un sapore unico…..Ci manchi cara Mariucci❤️