Carnia, terra di confine. E anche questa pagina a volte sconfina in altri luoghi, veri o metaforici

cane, Carnia, riflessioni

Storia di Emma

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In questo particolare periodo storico, in cui i pregiudizi sono più diffusi degli acari della polvere, mi sento in dovere di raccontarvi una storia – vera – che sfati il mito dei carnici duri e incapaci di gesti di tenerezza e romanticismo.
Da anni desideravo un cane, ma poiché sia io che mio marito lavoravamo tutto il giorno fuori casa e avevamo vari impegni extra lavorativi, non lo abbiamo mai preso.
Ora i figli sono cresciuti, il mio lavoro è cambiato e mi permette di stare più tempo a casa, ho un giardino molto grande… così ho pensato che era il momento giusto per prenderlo.
Mio marito, però, non era dello stesso avviso. Di solito davanti alle mia arti persuasive  (leggi: lo prendo per sfinimento) cede sempre, ma stavolta non ne voleva sapere.
“Abbiamo già due figli, un gatto, due cani da caccia a casa dei miei… poi quando andiamo in vacanza a chi li lasciamo? E quando siamo entrambi al lavoro e i ragazzi a scuola? Soffre, da solo. E se poi non va d’accordo con il gatto?”
Tutto vero, ma io volevo lo stesso il cane.
Mesi fa in Carnia c’è stato l’ennesimo sequestro di cuccioli provenienti dall’Est, tra i quali dei bulldog francesi, proprio la razza che piaceva a me, così ho subito fatto richiesta alla Polizia Stradale di adottare un cucciolo. La mia strategia era questa: se mio marito non voleva comprare un cane, come avrebbe potuto dire di no a un povero cucciolo stremato e bisognoso di cure e affetto?
Ho aspettato per giorni, settimane, che mi chiamassero, ma niente. Non ero stata selezionata.
Amici e parenti nel frattempo venivano tartassati di foto di french bulldog  su whatsapp, instagram, facebook, su ogni mezzo a mia disposizione, corredate da faccine con occhi a cuoricino.
A un mio amico, che fa parte delle forze dell’ordine, rivolgevo anche la domanda “sai se hanno sequestrato altri cuccioli? Stavolta devo essere la prima a fare domanda!” ma per non abusare della sua pazienza mi limitavo a chiederlo sporadicamente, solo cinque-sei volte al giorno.
Due sabati fa, mia figlia è partita di mattina presto per passare la giornata al mare col fidanzato. Mio figlio, come quasi ogni week end era da mia sorella, mio marito  lavorava e io ero a casa da sola. A metà pomeriggio, è venuta a trovarmi mia cognata.
Mentre stavo preparando il caffè, dietro di lei è spuntata mia figlia, con in braccio un cucciolo con un grande fiocco al collo.
Non era andata al mare col fidanzato, ma a Vicenza con i miei cognati, a comprarmi Emma, un regalo di compleanno anticipato.
Alle mie spalle era stato architettato da mia figlia un complotto degno della fantasia di Chris Carter: il mio amico era stato avvisato che non mi doveva dire nulla di eventuali sequestri, e per prudenza anche il suo collega, perché il cane era già prenotato da mesi. Lui subiva stoicamente il mio mantra “vogliouncanevogliouncanevogliouncanevogliouncanevogliouncanevogliouncanevogliouncanevogliouncane” e mi assecondava mantenendo il segreto.
La mia amica Carla aveva il divieto di venire a camminare o bere il caffè con me quel sabato, mio marito fingeva di non volerlo, il resto della famiglia sapeva e taceva.
Quando ho visto la mia Emma, bianca e nera come un panda in miniatura, con quegli occhioni d’onice e il musetto schiacciato, mi sono messa a piangere come una fontana.
E mia cognata “Ben, non lâ fin a Vicenze a cjioltile e tu tu blechis?” (Ma allora: noi andiamo a prendertela fino a Vicenza e tu frigni?”)
Tra poco compirò 41 anni. L’anno scorso, arrivata ai fatidici -anta, non ho festeggiato per vari motivi, quest’anno però ho ricevuto il regalo più bello di sempre, anche perché, al di là del cane in sé, tutto questo è stata una grandissima dimostrazione d’amore da parte di tutti, i miei familiari in primis, ma anche degli amici- complici.
E tutti, amico a parte, sono carnici.
P.S.: La gatta Mela ed Emma vanno d’accordo;  mio marito è innamorato di Emma forse ancora più di me e litighiamo su quale sia il suo cognome, se il mio o il suo. Sì, siamo una coppia molto matura, lo sappiamo! 😀

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  1. Sandro

    Semplicemente…straordinari..tuttavia.

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