‘Prendete la vita con leggerezza. Chè leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. […]’ Italo Calvino, Lezioni americane.
Siamo reclusi da un mese, ormai. Certo, c’è chi continua a lavorare fuori casa, ma ogni occasione di socialità fuori dalle mura domestiche ci è preclusa.
Niente caffè o aperitivi nei locali, niente pranzi e cene fuori, niente shopping, palestra, estetista, parrucchiera…
E io vi vedo, eh, che postate su Facebook forni e box doccia scintillanti, armadi a prova di Marie Kondo, pane, torte, pancakes e manicaretti vari. Non che non lo faccia anche io, eh… ma vi vedo: in tuta, magari sformata e macchiata, col mollettone e la ricrescita, senza trucco e con peli sparsi un po’ ovunque, tra le sopracciglia in disordine, sulle gambe, sotto le ascelle e anche altrove, va là… E così non va mica bene, signore mie! E ok che nessuno a parte i vostri coinquilini vi vede, ma insomma… un po’ di amor proprio!
E non tirate fuori quella vecchia storia trita e ritrita, che sa tanto di alibi ed excusatio non petita, a cui nessuno ha mai veramente creduto: che curare il proprio aspetto, truccarsi e vestirsi bene, facendo spesso la messa in piega, amando vestiti, scarpe e accessori sia prerogativa di donne sciocche e frivole, fashion bloggers e mia nonna in carriola.
Ci si cura per amor proprio, per vedersi carine, per sentirsi a posto e a proprio agio, che siamo in coppia oppure no. E certo, se siamo in coppia è un incentivo in più, ovvio. Ma un incentivo, non la conditio sine qua non!
E comunque, se siamo in coppia da lungo tempo, non è una scusa per essere sciatte e trasandate. Se gli siete piaciute, a quel povero Cristo, è stato anche per il vostro aspetto, e adesso vi fate vedere ridotte come la strega Bacheca, solo con i mustacchi da bersagliere marsigliese e il corpo ipertricotico?
Anni fa, una saggia donna carnica di una certa età mi chiese cosa avevo fatto nel week end. E io risposi:
‘Solito… lavato, cucinato, pulito e stirato!’
E lei, scuotendo la testa: ‘Ioiiii nini, tu nu tu âs incjemò migo capît nue, ve! A un omp no gj interese nue di mangjâ arost o paste in blanc, di vei dut un spieli o dut un casin, si tu ti fâs cjatâ in baby doll e tacs a spillo!’ (Ma cara bambina, non hai ancora capito niente? A un uomo non importa niente se mangia arrosto o pasta in bianco, di avere la casa come uno specchio o un caos completo, se tu lo accogli in baby doll e tacchi a spillo!”
Ecco: tra il menu stellato, la casa a prova di Malati di Pulito e la Cambogia ma in baby doll e tacchi a spillo ci sarà una via di mezzo, no…? E non importa se c’è un uomo a vederci carine o no, la prima persona a vederci siamo noi, la mattina allo specchio, e non venite a dirmi che siete felici di vedervi con le occhiaie da panda, che stanno bene, appunto, solo ai panda, le sopracciglia alla Peo Pericoli e la tuta sformata del 2005.
Perché i tempi sono duri, lì fuori è un bollettino di guerra e almeno la casa cerchiamo di fare in modo che sia un rifugio dallo stress e dalla tristezza, e godiamo di quello che possiamo e abbiamo, più che possiamo e abbiamo. E che non ci ingrassa come la Nutella spalmata sul pane appena sfornato!
#vienincarniacontrolasciatteriadomestica
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