A volte succede di sentirsi tristi, demoralizzati, angosciati, e di temere che il brutto momento che stiamo attraversando non finisca mai. Ma la verità, per fortuna, è che tutto passa, tutto scorre, panta rhei, come disse Eraclito.
E’ probabilmente un istinto insito nella natura umana ricondurre tutto alla propria individualità, senza tener conto di quanto, in fin dei conti, siamo transitori su questa terra. A volte è importante rendercene conto per ridimensionare la nostra prospettiva sui problemi e la vita: siamo transeunti, e tra venti, cinquanta, cento o mille anni, che senso avrà avuto affannarci, rattristarci, soffrire o arrabbiarci così tanto?
Ecco allora che per ritrovare l’umiltà necessaria a capire quanto poco in fondo contiamo nell’economia dell’universo, avvicinarci alla natura è benefico, se non addirittura fondamentale: noi siamo qui ora, ma già domani potremmo non esserci più, oppure lo saremo ancora sperabilmente per qualche decina d’anni, ma i fiumi, le montagne, il mare erano già qui milioni di anni fa e ci resteranno per altri milioni. E all’acqua del fiume che scorre, sempre uguale e sempre diversa da milioni di anni, non importa nulla dei nostri affanni: lei nasce da una sorgente, scorre, scorre, si scava i suoi argini, leviga le rocce, finisce nel mare e rinasce a nuova vita evaporando nel cielo e tornando alla terra come pioggia.
E noi?
cenere eri e cenere tornerai…
E quindi, tanto vale liberarci la mente, ossigenare il corpo e prenderci una pausa in mezzo alla natura: così oggi vi portiamo in un posto che, data l’impostazione del post, si può a ragione definire paradisiaco: le cascate dell’Arzino, a pochi metri dalla Val di Preone.
Perdonate la scarsa qualità delle foto, che stavolta non sono opera di Giuseppe e della sua fedele Nikon, ma del mio umile cellulare 🙂

l’erosione delle rocce da parte dell’acqua

chiare, fresche et dolci acque…

per scattare queste foto mi sono immersa nell’acqua più verde e gelida che abbia mai visto e sentito. quando sono uscita, però, io ero viola…

non narcisi, ma altrettanto vanitose genziane protendono i loro rami per specchiarsi nell’acqua

chissà se in quegli anfratti tra le rocce si nasconde qualche agana?
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