Carnia, terra di confine. E anche questa pagina a volte sconfina in altri luoghi, veri o metaforici

Carnia, Storie di carnici, vita vera

Il caleidoscopio nell’anima

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Noi carnici abbiamo la (giusta) fama di essere burberi, schivi, chiusi, ma questo è quello che traspare all’esterno e di primo acchito. In realtà, quando sentiamo di poterci fidare di qualcuno, ci apriamo dimostrando di avere personalità ricche e sfaccettate e di essere capaci di grandi passioni e slanci. Il carnico somiglia un po’ a un caleidoscopio: a una prima superficiale vista sembra un semplice, perfino anonimo, tubo di cartone, ma poi ci si guarda dentro e si scopre un universo di forme e colori che incantano e stupiscono.

Il post di oggi sarà dedicato proprio a questo: la scoperta di una Carnia interiore, una Carnia del cuore e dell’anima. E anche questa è la vera Carnia, per chi la vuole scoprire.

 

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L’alba sul monte Arvenis, tanto amato dai protagonisti della nostra storia

Questa storia ha inizio nella prima metà degli anni ’50 del secolo scorso, quando Eliseo, un giovane e bel ragazzo poco più che ventenne, cade con la sua Lambretta rossa e si rompe un braccio. La frattura è scomposta, ed Eliseo è costretto a farsi ricoverare all’ospedale di Tolmezzo.
Qui rimane folgorato da Laura, una giovane e timida infermiera, esile, dai lunghi capelli scuri e ricci e gli occhi che splendono “come due perle nere”.
Eliseo rimane così affascinato da Laura che le fa complimenti, le chiede se quando verrà dimesso potrà aspettarla a fine turno per salutarla e qualche volta potrà portarla a bere qualcosa o mangiare un gelato, ma lei non gli dà retta: arrossisce, lo medica rispondendo a monosillabi e scappa dagli altri pazienti.
Ma Eliseo, da buon carnico, è cocciuto e non si arrende. E poi, ormai ha perso completamente la testa. Pensa sempre a Laura, al suo sorriso, alla sua figura snella, al modo in cui piega la testa quando ascolta chi le parla… e quando la pensa sorride da solo, col cuore gonfio d’amore, la testa leggera e le farfalle nello stomaco. La sera, quando chiude gli occhi prima di addormentarsi, vede sempre quelle due perle nere brillare davanti a sé, la ricorda avanzare lungo i corridoi dell’ospedale nella sua divisa candida, così sottile ed eterea da sembrare debole e fragile anche se per esperienza sa che la ragazza è invece forte “come un uomo”. “Dute un gnerf”, tutta un nervo, la definirà poi.
Eliseo, di nuovo in sella alla sua Lambretta, la aspetta ogni giorno fuori dall’ospedale solo per poterla vedere e salutare, finché riesce a strapparle il permesso di andarla a trovare a casa sua, in un piccolo paesino di montagna a quasi un’ora di moto da Tolmezzo.
Laura, nonostante la ritrosia e la timidezza, non può più fingere disinteresse: quel ragazzo gentile dagli occhi verdi e buoni l’ha conquistata, e così, ottenuta l’approvazione dei genitori di lei, i due si fidanzano.
In Italia però c’è poco lavoro ed Eliseo decide di raggiungere il fratello maggiore in Svizzera, nella speranza di poter assicurare a Laura un futuro economico più sicuro quando la chiederà in sposa. Perché è risoluto: lei dovrà essere sua moglie. Nessuna donna per lui ormai è degna del suo sguardo, ma soprattutto, nessun uomo deve permettersi di guardarla, perché lei è e sarà solo sua. Eliseo, infatti, è geloso e teme che lei si stufi di aspettarlo e sposi un altro. Così, con la morte nel cuore parte per la Svizzera, con la promessa di tornare ad ogni festa comandata e sposarla appena avrà risparmiato abbastanza per iniziare una vita assieme.
Laura intanto continua a fare l’infermiera, e con ogni stipendio compra pezzi di corredo per quella che sarà la sua vita insieme ad Eliseo; ricama lenzuola e asciugamani, compra posate, stoviglie e pensa col batticuore al suo amato e a quanto saranno felici insieme. Aspetta con trepidazione le lettere di Eliseo, e con ancora più emozione le visite quando lui torna in Italia. Passano così otto anni, il loro amore è forte e non teme la distanza. Lei è talmente bella che un fotografo di Tolmezzo espone in vetrina una sua fotografia scattata per la carta d’identità. Lei, schiva e riservata, appena se ne accorge chiede che venga subito tolta, e spedisce invece una copia in Svizzera al suo amato. Viene corteggiata a lungo da diversi ragazzi, ma come dirà lei “io non davo retta a nessuno, mi ero promessa a uno, e solo quello volevo”. Anche lui in Svizzera conosce una donna che, spudorata! (Siamo nei primi anni ’60, ricordiamolo) gli fa capire di essere interessata a lui, ma la respinge indignato: è fidanzato con la più bella e brava ragazza della Carnia, figuriamoci se dà corda a una donna che si fa avanti per prima..
Nell’estate del ’61 Eliseo torna in Italia in vacanza, e l’amore li sopraffà… Laura rimane incinta. Eliseo trova lavoro in Italia e si sposano in una fredda e serena domenica di novembre, il giorno prima del venticinquesimo compleanno di Laura. Le poche foto del matrimonio li ritraggono così raggianti e innamorati che è impossibile guardarli e dubitare che un amore come quello narrato nei libri o rappresentato al cinema non esista davvero.
La loro vita prosegue serena, nascono due figli maschi e, anche se Laura avrebbe tanto desiderato una figlia femmina, si sente felice e appagata nel suo ruolo di madre e moglie: i suoi uomini la fanno sentire la regina della casa, adorandola e anche viziandola un po’. Eliseo vive con l’unico scopo di essere un buon padre e un buon marito, fino a quando i suoi figli si sposano entrambi a poco tempo di distanza, rendendolo nonno di altri due maschietti e una femminuccia, la loro principessa, che ha ereditato da nonna Laura gli occhi scuri come perle e perfino un neo in rilievo sul polso sinistro.
Una volta che i figli sono indipendenti e lui e Laura si trovano a vivere da soli, Eliseo inizierà a chiamare la moglie “la mia ¾”, perché secondo lui chiamarla “metà” è troppo riduttivo, offensivo, quasi, per una donna come lei, che è tutto il suo mondo.
Gli anni passano inesorabili, eppure, ogni volta che gli occhi di Eliseo si posano su Laura, lo sguardo, anche se velato dall’età avanzata, è sempre quello innamorato del giorno del matrimonio.
Eliseo non usa più il pronome “io”, ma solo il “noi”: noi siamo stanchi, a noi fanno male le ginocchia, noi abbiamo fame… rendendo così chiaro il vero significato del “e i due saranno una sola carne”; Laura ed Eliseo davvero sono una persona sola, ormai. Un cuore che batte in due corpi distinti, ma così sintonizzati da gravitare uno attorno all’altro.
Laura ha molti problemi di salute e più volte deve essere ricoverata in ospedale. Eliseo senza di lei è perso: i figli, le nuore e i nipoti passano le giornate a casa sua, eppure lui non si consola con la loro presenza, seppur amata; senza Laura è incompleto, tronco, infelice, e chiede perfino ai medici se possa dormire in camera con lei, anche a pagamento.
Il permesso gli viene negato, e lui allora dorme sul divano in salotto. Non ce la fa a dormire nel loro letto senza di lei. Il letto che da oltre cinquant’anni li vede dormire insieme è troppo grande, freddo, vuoto e perfino inospitale, se non c’è Laura dentro.
Ma Laura torna a casa, e lui rinasce. “Ora che i figli e i nipoti sono grandi e sistemati, dalla vita non chiedo altro che potermi alzare ogni giorno insieme alla mia ¾, averla con me e renderla felice”, ripete sempre Eliseo.
Laura, però, ha la salute gravemente compromessa: avrebbe bisogno di trasfusioni, ma farle metterebbe ancora più sotto sforzo reni e cuore, ed è un rischio troppo alto da correre. Eliseo vive nel terrore di perderla, e non si alza nemmeno più per starle accanto nel letto. Proprio lui, sempre così attivo…  Ma dice di sentirsi stanco… così stanco da non riuscire nemmeno a stare in piedi. E’ depressione, dice il medico. Vedere Laura così, pensare che potrebbe perderla, per lui è un dolore troppo grande da sopportare.  Purtroppo, però, il medico si sbaglia: non è depressione, è una leucemia fulminante che se lo porta via in meno di due settimane. Il mattino del giorno della sua morte, telefona alla nuora e ai nipoti e si raccomanda che badino alla sua “principessa”, e stavolta intende la moglie, non la nipotina…
Dopo quasi sessant’anni, Laura rimane senza il suo Eliseo. I figli dormono a casa sua, non la lasciano mai sola, ma lei non desidera altro che raggiungere suo marito. Dice di vederlo, non sognarlo, ogni notte. Lui le si siede accanto, le sorride e le tiene la mano. E quando lei  lo racconta ai figli sorride, e le perle nere brillano di nuovo di quella scintilla speciale che solo Eliseo sapeva accendere.
Dopo un mese, il cuore di Laura si ferma per sempre. Ci piace pensare che Eliseo fosse davvero lì con lei, a tenerle la mano per accompagnarla in un posto dove saranno di nuovo uniti per sempre.

Questa è una storia vera, e noi siamo testimoni dell’infinito e puro amore che univa Laura ed Eliseo. E il nostro augurio è che tutti possano conoscere e vivere un amore così… che esiste, non solo nei libri e nei film!

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